Recensione “La libreria sulla collina” di Alba Donati

Ho letto La libreria sulla collina perché i libri che parlano di libri esercitano sempre un fascino particolare su di me.

Non è mai troppo tardi per realizzare un sogno: nel dicembre 2019, Alba Donati decide di cambiare vita e aprire una librerie a a Lucignana, poche case sull’Appennino lucchese. Lo fa grazie a un crowfunding e al passaparola sui social; da subito la libreria, una sorta di cottage letterario immerso nel verde, diventa un luogo di pellegrinaggio, di parole in comune, di incontri speciali. In questo diario che abbraccia sei mesi di vita della libreria – l’incendio che la distrugge dopo un mese dall’apertura, l’energia delle persone che la rimettono in piedi, la chiusura durante il lockdown, fino all’organizzazione di un festival letterario – c’è il racconto di una passione che è leva per sollevare il mondo. Con leggerezza e intelligenza, Alba Donati regala al lettore un’esperienza perfettamente in linea con la missione della sua libreria: mettere in pausa la frenesia delle nostre giornate, lasciarsi cullare dal conforto di piccoli gesti di cura, seguire il filo che unisce libro a libro, sentirsi parte di una comunità. Fare la libraia oggi significa anche ingegnarsi per fare tornare i conti, leggere di notte, pensare lo spazio come un rifugio e un presidio culturale, raccogliere gli ordini a fine giornata come sassolini che indicano la strada;e in questa vita da libraia felice e resistente, nel suo senso di casa, nelle sue scelte controcorrente, nella storia della sua famiglia di irriducibili, c’è tutta la caparbietà di cui sono capaci le donne, e insieme l’amore per le storie, quello di chi vuole farle conoscere e circolare.

Il romanzo è piuttosto breve, e aggiungerei anche per fortuna perché diversamente la forma diaristica sarebbe risultata davvero troppo pesante per finirlo. L’autrice racconta in modo sparso del presente ma anche del passato, sia prossimo che più lontano, suo, della sua strana famiglia più o meno allargata e naturalmente di quella che è la vera protagonista del libro, e cioè la libreria: l’argomento è senza dubbio affascinante per qualsiasi lettore e ovviamente anche per me, ma purtroppo spesso Alba divaga un po’ troppo e a mio parere il testo sarebbe potuto e dovuto essere più breve; inoltre, personalmente avrei preferito un diario in presa diretta sui primi mesi di apertura della libreria e non un ricordo di quel tempo scritto un anno dopo. La storia della famiglia dell’autrice è davvero molto interessante e meriterebbe un romanzo a parte, ma semplicemente non era quel che mi aspettavo da questo testo. Nel complesso devo dire che purtroppo la lettura non mi ha convinta del tutto e volendo consigliare un libro che parla di librerie mi orienterei sicuramente più su Shaun Bythell con il suo Una vita da libraio. Detto ciò, resta assolutamente vero che appena capiterò in zona Lucca visiterò la libreria sulla collina perché la sua genesi rimane quanto di più affascinante e coraggioso ci possa essere e all’autrice e libraia vanno tutti i miei complimenti e auguri di una buona riuscita dei suoi progetti.

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