Recensione “Brevemente risplendiamo sulla terra” di Ocean Vuong

Brevemente risplendiamo sulla terra è il libro condiviso per questo mese dal gruppo di lettura di cui faccio parte.

Little Dog, la voce di questo straordinario romanzo di esordio tradotto in tutto il mondo, ricostruisce in una lettera alla madre la storia della sua famiglia, segnata dalla guerra del Vietnam e dell’emigrazione negli Stati Uniti. Arrivati in America nel 1990, Little Dog e sua madre Rose si stabiliscono in Connecticut, dove lei si mantiene facendo manicure e pedicure. Ma la donna soffre di un disturbo da stress post-traumatico che si manifesta in violenti scoppi d’ira contro il figlio, alternati a gesti di tenerezza assoluta. Con loro abita la nonna Lan, che ha vissuto il dramma della guerra in prima persona: fuggita da un matrimonio combinato con un uomo molto più anziano, è costretta a vendersi ai soldati americani per mantenersi. Little Dog, crescendo, si fa interprete del dialogo impossibile tra le generazioni della sua famiglia tutta al femminile, unendo due donne che non parlano l’inglese e faticano a integrarsi nella cultura americana. Prendendosi cura degli altri, Little Dog impara a conoscere se stesso, dal difficile rapporto con i suoi coetanei che lo prendono di mira per la sua diversità, fino alla scoperta dell’amore.

Il romanzo non è lunghissimo, ma richiede un po’ di tempo per essere assimilato e compreso… non è certamente uno di quei libri che si divorano tutto d’un fiato e sicuramente non la definirei una lettura da ombrellone; lo specifico perchè, visto il periodo, so che diverse persone approdano qui in cerca di ispirazione sul testo da portarsi in vacanza. La trama non è particolarmente densa di eventi e ciò che succede non viene raccontato in ordine cronologico; si tratta infatti di una lettera che il protagonista e narratore scrive alla madre… o meglio, il narratore scrive sì rivolgendosi alla madre ma di fatto scrive a sé stesso poiché la donna non ha mai imparato a leggere in inglese. I personaggi sono piuttosto numerosi, ma solo quelli principali risultano ben definiti; non è stato semplice empatizzare con loro, non perchè sembrino figure che non meritino l’empatia del lettore ma perchè hanno vissuti e situazioni estremamente diversi da quelli del lettore medio (o della lettrice media) in Italia nel 2024. Ci tengo a rimarcare che non voleva assolutamente essere una critica a come l’autore ha descritto e caratterizzato i suoi personaggi. Nel complesso è stata una lettura che ho certamente gradito ma che, allo stesso tempo, mi ha spezzato il cuore; in ogni modo la consiglierei a chiunque perché si tratta di un romanzo scritto davvero bene… e penso che non ci sia motivo più valido per leggere un libro.

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